Nel corso della storia politica, spesso ci siamo trovati di fronte a offerte politiche che sembravano troppo semplici per essere vere. Lo abbiamo visto in epoche drammatiche in cui si pensava che tutti i mali di una nazione potessero dipendere da un singolo gruppo etnico o religioso, ma anche in tempi più recenti e democratici, quando si è pensato che congiunture economiche sfavorevoli potessero essere risolte semplicemente stampando un po’ di denaro in più o stanziando un po’ di fondi per qualche bonus una tantum.
Tuttavia, in un mondo sempre più complesso, le soluzioni lineari e quindi semplicistiche non sono sempre le più adatte. Allo stesso tempo, le offerte politiche complesse possono sembrare fuori portata per molti e non suscitare il giusto interesse. Ma come possiamo distinguere tra un’offerta politica semplice e una complessa, e come possiamo valutarle in modo critico per fare la scelta migliore al momento del voto?
In primo luogo, dobbiamo capire che le offerte politiche semplici si basano spesso su slogan accattivanti e promesse di risolvere grandi questioni (come ad esempio la disoccupazione, l’inflazione, la migrazione…) in pochi passi immediati. Per esempio, promesse di riduzione delle tasse senza indicare da dove verranno tagliati i finanziamenti, o di riduzione del flusso di migranti attraverso la costruzione di un muro. Queste offerte politiche sono spesso mirate a suscitare una risposta emotiva nel pubblico, piuttosto che ad offrire una soluzione realistica.
Al contrario, le offerte politiche complesse spesso sono basate su dati, fatti e analisi approfondite. Invece di offrire promesse vuote, questi politici spiegano i dettagli delle loro politiche e come intendono raggiungere i loro obiettivi. Ciò può richiedere un po’ più di tempo e sforzo per comprenderle, ma sono offerte politiche basate sulla realtà e non sulla fantasia. Un esempio potrebbe essere quello del sindaco che per risolvere la questione dei rifiuti decide di agire su più fronti contemporaneamente: chiudere discariche problematiche, aprirne di nuove più sicure, avviare un sistema di trasferimento dei rifiuti, migliorare la raccolta differenziata, sensibilizzare di più i cittadini e via discorrendo.
Tuttavia oggi voglio provare a soffermarmi su tre aspetti che caratterizzano il pensiero complesso, e che quindi ci aspetteremmo di trovare anche in un’offerta politica complessa.
Per prima cosa, chi adotta un pensiero complesso considera le diverse prospettive sul problema, quindi tenderà a comprendere le ragioni di ciascuna di esse e – se possibile – integrare tra loro nella soluzione proposta. Di conseguenza una offerta politica complessa sarà fondata non soltanto sul rispettare la posizione degli avversari (cosa che in effetti dovrebbe caratterizzare qualsiasi offerta politica) ma soprattutto sul cercare di comprenderla. Chiaramente comprendere la posizione di chi non la pensa come noi vuol dire in una certa misura smuovere le nostre certezze e imparare a ragionare per trade-off, ovvero sapendo che spesso due obiettivi entrambi desiderabili possono escludersi a vicenda e che quindi tanto la nostra proposta quanto quella dell’avversario hanno solo con priorità diverse – senza necessariamente che l’altra sia “sbagliata”.
Come secondo punto, il pensiero complesso ci porta ad abbracciare l’incertezza: chi pensa in modo complesso riconosce che la realtà è spesso incerta e mutevole e si sente a proprio agio con questa condizione, senza cercare semplificazioni troppo nette o risposte facili. Anche qui abbiamo un trade-off, perché se da una parte è necessario ad esempio ragionare sui dati ed entrare nel merito delle questioni, dall’altra (soprattutto quando si comunica attraverso i mass media) è fondamentale una capacità di sintesi. Insomma, nonostante l’attenzione ai dettagli e alle sfumature, chi pensa in modo complesso sa anche riassumere in modo efficace le informazioni raccolte e comunicarle in modo chiaro ed efficace, riuscendo – per quanto può sembrare difficile – a fare entrambe le cose senza rinunciare a una delle due.
Infine, il pensiero complesso non è soltanto un pensiero inclusivo, ma è anche un pensiero estensivo, ovvero che si estende nel tempo e nello spazio. Vuol dire ad esempio analizzare non soltanto le cause prossimali, ma anche quelle distali di un fenomeno, così come vuol dire prendere decisioni oggi non soltanto in funzione di ciò che auspicabilmente ci aspettiamo nell’immediato futuro, ma provare a ragionare a dieci o vent’anni. Ecco, credo che un altro buon modo per riconoscere un’offerta politica complessa sia quello di ascoltare quante volte vengono dette frasi tipo “facciamo questo per avere questo beneficio tra vent’anni” oppure “se non facciamo così, i numeri ci dicono che tra vent’anni succederà questo”.
In conclusione, il riconoscimento delle offerte politiche che tengono in considerazione la complessità del mondo richiede una certa dose di scetticismo e un’attenzione particolare alle argomentazioni presentate dai politici. È importante evitare le semplificazioni e cercare di comprendere i dettagli delle politiche proposte. Bisogna fare attenzione a coloro che promettono soluzioni semplici a problemi complessi. Le questioni politiche sono spesso molto intricate e richiedono soluzioni altrettanto complesse. Le promesse di soluzioni immediate e facili potrebbero essere allettanti, ma spesso non sono realistiche.