Visto che oggi è domenica, faccio subito una confessione: sono un tifoso del calcio, ed essendo “romano di Roma” ovviamente sono romanista (già so che questa battuta mi costerà qualche frecciatina dagli amici laziali!). Il fatto che io associ ancora il calcio alla domenica fa capire che sono cresciuto in un’altra epoca visto che ormai, per cercare di massimizzare gli introiti dei diritti televisivi, le partite di campionato vengono spalmate più o meno su qualsiasi giorno e a qualsiasi ora.
Proprio di recente, mentre si avvicinava un posticipo serale di campionato, mi è arrivata una notifica sullo smartphone che mi ha fatto ragionare su un fenomeno importante che io chiamo “soglia di attivazione“.
Reggiti forte che cominciamo.
Dove eravamo rimasti? Ah sì! Stavo aspettando l’inizio della partita della Roma quando una nota app di food delivery mi ha mandato una notifica. Drin! “Ciao Joe, sta per iniziare la partita! Perché non scegli una delle nostre pizzerie?“.Maledetti algoritmi: mi hanno beccato. Probabilmente non avrei mai ordinato se non mi fosse arrivata quella notifica che ha risvegliato in me una voglia di pizza che neanche sapevo di avere. In altre parole, mi ha “attivato”. Ma come ha fatto?
Ognuno di noi rispetto a un qualunque fenomeno esterno ha una certa “soglia di attivazione”, un concetto che prendo in prestito dalla neurobiologia, dove rappresenta il livello energetico che i neuroni hanno bisogno di raggiungere per “accendersi” e attivare le proprie sinapsi (e quindi gli altri neuroni).
Per raggiungere questo livello energetico si sommano gli input che ciascun neurone riceve attraverso le sinapsi, ma a monte di tutto questo c’è anche l’attivazione degli organi di senso prodotta dagli stimoli che provengono dal mondo esterno. Esattamente quello che mi è successo con la pizza!
Visto che mi piace cucinare poniamo che io abbia una soglia di attivazione per ordinare cibo a domicilio piuttosto alta, diciamo pari a 8 (per ragionare in termini numerici).
Proviamo ora a sommare il valore energetico degli “input” che ho ricevuto.
Quella sera per vari motivi ero particolarmente predisposto a ordinare. C’era la Roma, il che potrebbe essere già una buona motivazione (poniamo con un valore pari a 4). Avevo poi lavorato fino a tardi e quindi non mi andava molto di cucinare (una motivazione che potrebbe avere un valore pari a 3). La mia motivazione totale era quindi pari a 7, molto vicina al livello energetico necessario per attivare il mio comportamento ma ancora insufficiente.
Poi è arrivata la notifica. La notifica di per sé mi lascerebbe abbastanza indifferente, diciamo che come motivazione varrebbe soltanto 1. Ma è esattamente quell’input in più sufficiente a farmi raggiungere la soglia di attivazione ed effettuare così l’ordine.
Che c’entra la tecnologia in tutto questo?
Tanto per cominciare, se non avessi installato l’APP del servizio di delivery sul cellulare non avrei ricevuto alcuna notifica e quindi non avrei effettuato l’ordine. Poi, se il servizio di delivery non avesse utilizzato l’AI per determinare in maniera predittiva quale fosse il momento migliore per inviarmi la notifica, l’avrei ricevuta magari la mattina (quando ancora non sapevo che avrei fatto tardi per cucinare) oppure tutti i giorni in maniera indistinta (il che probabilmente mi avrebbe fatto disinstallare l’APP).
Ma cosa sarebbe successo se non avessi avuto una soglia di attivazione così alta, ad esempio se avessi un disturbo compulsivo sul cibo o sull’acquisto? Se la mia soglia di attivazione fosse stata pari a 1, ogni notifica sarebbe stata sufficiente per farmi acquistare del cibo.
Ogni.
Singola.
Notifica.
Utilizzo spesso il concetto di soglia di attivazione per raccontare un aspetto che è oggi alla base di molte delle scelte che ogni giorno prendiamo – sia nella vita quotidiana che a livello politico o economico – e rispetto al quale credo che dovremmo tutti avere una maggiore consapevolezza.
In una delle prime puntate del mio podcast, parlando con Danila De Stefano e Luana Valletta su come si può rendere più accessibile la professione dello psicologo, abbiamo fatto vari esempi. Utilizzare i social network e magari un linguaggio meno tecnico, rendere il servizio disponibile anche online oppure ancora intervenire con dei bonus per rendere la terapia meno costosa per il paziente senza per questo penalizzare il professionista.