Nel numero precedente di Reputation Review, dedicato all’Influencer Marketing, mi sono soffermato sul ruolo sempre più importante svolto dai Big Data nel determinare il successo di qualsiasi attività imprenditoriale, e sulle sue implicazioni nel campo della privacy.
Non parlo solo di organizzazioni come Facebook e Google: qualunque azienda oggi opera inevitabilmente nel nuovo mercato dei “dati personali”. Il legame tra la profilazione dei propri utenti e il valore della propria impresa è diventato imprescindibile, e in questi anni abbiamo contato innumerevoli casi di aziende acquisite non per il valore dei servizi offerti, ma per la quantità di utenti e di dati profilati posseduti. L’ultimo esempio in quest’ordine è l’acquisizione di Sendgrid da parte di Twilio pochi mesi per ben 2 miliardi di dollari: Sendgrid è un ottimo servizio per inviare e-mail (lo utilizziamo anche noi), ma è evidente che quando si parla di certe cifre la componente tecnica dei servizi passa in secondo piano rispetto al valore delle banche dati che ci sono dietro.
Se qualcuno di voi volesse provare a calcolare il valore della propria organizzazione in termini di dati raccolti ogni anno, ci contatti pure. Sicuramente ci divertiremo.
Ora, se il collegamento tra Influencer e Reputazione sembrava immediato, qualcuno di voi potrebbe chiedersi come associare al Reputation Marketing il tema che tratteremo questo mese, ovvero la Blockchain. Che cosa c’entra con la Reputazione?
Una delle aree di applicazione dei Big Data che stanno raccogliendo maggior interesse da parte delle aziende è la Sentiment Analysis, ovvero l’analisi dei contenuti prodotti dagli utenti – recensioni, commenti, post, tweet. Viene applicata per valutare l’atteggiamento che questi hanno nei confronti di una organizzazione, osservando per esempio il tono della conversazione o le emozioni espresse. La Sentiment Analysis, ovviamente, è una parte fondamentale nel Reputation Marketing.
Mentre il conteggio del numero di like e di follower diventa sempre più insignificante (che benefici sta avendo la tua organizzazione da quei 10.000 fan sulla propria pagina Facebook?) la cura della reputazione del nostro brand – ovvero come i nostri utenti parlano della nostra azienda – è il motivo fondante per cui dobbiamo raccogliere e analizzare questa grande mole di informazioni.
A cosa ci serve avere un milione di post che parlano del nostro brand se non siamo in grado di sapere come lo fanno? Il Reputation Marketing trasforma dunque i Big Data in business insight in grado di farci comprendere il linguaggio dei nostri utenti e l’attitudine che hanno nei confronti della nostra organizzazione.
La capacità di raccogliere e validare dati sta così diventando un driver imprescindibile per il successo di ogni organizzazione, qualsiasi siano il suo ruolo o la dimensione. Tuttavia i costi di questo monitoraggio sono spesso elevati. Ed è qui che entra in gioco la Blockchain, una tecnologia che permette di ridurli in modo importante.
Negli ultimi anni Zwan ha realizzato per i suoi clienti diversi progetti basati su Blockchain, compreso un prototipo capace di calcolare la valutazione della Reputazione di ogni tipo di azienda, ovvero il nostro Metodo Zwan per il Reputation Marketing.
Non siamo gli unici a lavorare in questo ambito, basta vedere l’interessante rete SENNO, che combina blockchain e network neurali per svolgere attività di Sentiment Analysis e che a breve sarà integrata all’interno di Echo, la nostra piattaforma di Reputation Marketing utilizzata quotidianamente da tutti i nostri clienti.
L’utilizzo congiunto di Blockchain e reti neurali oggi sembra il modo più efficace per ottenere actionable insights a partire da Big Data. E a mio parere, l’aspetto più importante in questa tipologia di network è la capacità di apprendimento delle reti neurali, che permette di estrarre informazioni sempre più accurate, e trasforma l’enorme quantità di dati – anche sporchi – dei Big Data in un punto di forza.
Ma torneremo senz’altro più avanti a parlare di reti neurali e machine learning.
Intanto vorrei soffermarmi su un altro aspetto fondamentale a proposito Blockchain e Reputation Marketing. Ovvero, la capacità della tecnologia Blockchain non solo di ridurre il costo di sviluppo, ma anche di generare a sua volta una reputazione positiva. Perché è proprio la capacità di innovare uno dei principali driver nel nostro modello di analisi della Reputazione. Un’azienda che innova risulta competente e proiettata verso il futuro, e siccome la cosiddetta “economicità di pensiero” ci porta a generalizzare le idee, se un utente percepisce questo atteggiamento in un settore della vostra attività, tenderà ad attribuirlo a tutta la vostra organizzazione.
L’esempio più immediato di questo principio può essere osservato prendendo in esame i siti web. Che impressione avreste se navigando con il cellulare sul sito di un’azienda, vi rendeste conto che non è ancora responsive? Pensereste probabilmente che quell’azienda è fuori dal mondo!
L’impressione sarebbe diversa se invece vi rendeste conto che per sviluppare il proprio core business l’azienda ha partecipato a un progetto basato su una tecnologia di frontiera come la Blockchain, magari in partnership con istituzioni universitarie e importanti aziende partner. E probabilmente pensereste che si tratta di un’organizzazione leader, in grado di lavorare su progetti complessi e di guardare ai cambiamenti che avvengono nel mondo. Insomma, un’organizzazione forte, competente e affidabile. E probabilmente non avreste torto.